giallolimoniSTORIE
Siamo fatti di storia, di cultura. Noi isolani, forse, più degli altri. Ne son passati tanti, lasciando le loro tracce, segni. Siamo frutto della storia e delle storie degli altri, più o meno illustri. Questo patrimonio rappresenta le nostre radici. per capire noi, dobbiamo conoscere il nostro passato. Personaggi, storie, leggende, luoghi, incontri tra suggestioni d'immagini e racconti sussurrati tra i vicoli: qui dentro ci piacerà raccoglierli e raccontarli. Avevamo presentato questa sezione come Teste di moro, perchè la Sicilia è un’amante esigente, terribile se non viene ricambiata ma dolce e succosa come un’arancia quando viene colta. Dire quanti sono gli amanti di questa Donna dall’irresistibile malia è impossibile perchè sono tanti quante le teste di moro che vedrete camminando per le vie delle sue città.
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«Parola d’onore, Eccellenza, essa è bella come il sole!»
Squarciare una tela di un ritratto in un palazzo nobiliare, sbirciare dalla fessura questa storia: quella di Angelica, la protagonista femminile di Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo.
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Il culto del «mascolo» |teste di moro
«Certi voti, assumigghi alla luna, che non vidi l'ura, a sira, di vaddarisi nello specchio del mare. E si forti, comu l'alberi e i so frutti.»
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Lo sportello dell'ignoto marinaio|teste di moro
"E mentre una lama di luna che viene dalla fessura della porta d’ingresso ne abbaglia il volto, gli occhi dell’ignoto marinaio si aprono". Consolo e Antonello da Messina.
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Sicilitudine| teste di moro
In un tempo e in un luogo incerto, come bendato, vengo rapito da un ticchettio di scarpe sul pavimento, scarpe da uomo. Il suo passoè costante, pienoe lentoquasi voglia godersi in pieno la camminata. Il suono delle scarpe sul marmo riecheggia nello spazio: un corridoio largo e fiero, grande e luminoso e imponente. L’uomo sembra non accorgersi di me ma ad un tratto il rumore si spezza. L’uomo si ferma e ruotail suo corpo verso la finestra alla sua sinistra. Il silenzio improvviso è quasi vibrante. Prende dalla tasca una sigaretta. La guarda e l’accende con un fiammifero. Poi, il suono dell’aspiratae del tabacco che brucia, l’odore e la presenza di fumo…
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La leggenda del moro e della fanciulla|teste di moro
Immaginate di trovarvi nella Palermo del XII secolo, nascosti tra i muri della città e le cupole rosse delle moschee. Avreste potuto vedere un gran via vai di gente: normanni dagli occhi azzurri e i capelli biondi, mori dalla pelle bruciata dal sole ed ebrei dalle barbe lunghe. Immaginiamo di muoverci tra gli odori pungenti del cibo di strada e il vociare popoloso della città. Ad un tratto, sporgendoci dall’angolo di un palazzo, ci accorgiamo che su un balcone una bellissima e rigogliosa pianta di basilico cresce…. in una testa umana!