
Cinabro Carrettieri: una tela animata a colori nel cuore di Ibla.
Luglio. Rovente. Un primissimo pomeriggio in cui, come di norma, il sole baciava la pietra bianca e, mentre godevo di questo spettacolo, mi fermai. Passando da Via Orfanotrofio 22, a Ragusa Ibla, voltandomi a destra vidi uno spazio; un luogo misto tra un laboratorio e uno scrigno magico che mi trasportò dolcemente in un tempo lontano; come stare dentro ad una fotografia.

Un’atmosfera viva e prima di malinconia, folkloristica, ardente. Avvertii subito suoni di strada, una luce calda che illumina la pietra bianca, voci di donne e bambini e il carretto.
Parafrasare mi piace. Soprattutto quando vivo emozioni nella mia terra e della mia terra, mi piace raccontarle a modo mio. E così vi mostro Cinabro Carrettieri, un luogo di cui mi innamorai.
M’innamorai dell’arte e del colore che celebra lava e tradizione.

Eredi di un patrimonio naturale, Damiano e Biagio sono i mastri carrettieri.
Dopo uno stacco silenzioso, vistamare ritorna con un soffio di vento e ci porta a Ragusa Ibla per raccontare Cinabro Carrettieri con le parole di Biagio e Damiano che hanno gentilmente risposto alle domande di giallolimoni.
Oggi, nello spaccato di vita in cui viviamo e da cui si trae linfa dal futuro e dalla tecnologia, Cinabro Carrettieri è un vivido e puro esempio di una scappata nel passato: il tempo di raccogliere qualche attrezzo utile e tornare, il tempo di capire quali semi piantare. E così, Biagio e Damiano, con storie diverse, si ritrovano oggi a guidare un carretto ricco di successi, passato, tradizione e intraprendenza.
Dentro a un laboratorio magico, intatta fotografia di un passato presente, i mastri carrettieri impiegano il loro tempo, un tempo che mai come in questo caso può dirsi denaro; un tempo che genera bellezza e soddisfazioni. Tutti i sensi impiegati per celebrare l’arte della madre terra. E loro lo fanno talmente bene e in modo talmente naturale da essere celebrati anche da chi è stato in grado di portare, oggi, l’arte siciliana su scaffali e passerelle. Diversi progetti importanti, con nomi importanti, come Smeg e Dolce & Gabbana; lavoro arduo, certosino, di restauro o di enucleazione: Biagio e Damiano verranno ringraziati dalla loro terra per questo regalo.

«Biagio fin da piccolo era appassionato di carretti; amore tramandato dal suo nonno carrettiere, tanto che marinava la scuola per andare nella bottega del mastro carradore per vederlo al lavoro. La passione per il carretto lo portò a frequentare le botteghe di tutte le diverse maestranze che concorrono alla realizzazione del carretto: lo scultore, il carradore, il fabbro, il pittore, persino il siddunaro che si occupava di realizzare le bardature del cavallo. Così riesce ad apprendere tutti questi mestieri ed oggi è l’unico artigiano completo nella storia del carretto, perché di norma ogni artigiano si occupava di un solo settore artigianale»

«Io invece ero appassionato di pittura e, una volta uscito dall’istituto d’arte, cercavo maestranze che dipingessero per mestiere e, anche senza conoscenze scolastiche, avessero raggiunto qualità ed esperienza da apprendere. Così mi ritrovai nella bottega di un mastro pittore di carretti, Domenico Di Mauro ad Aci Sant’Antonio, che riusciva a conferire una corposità al colore unica. Gli domandai di assumermi come garzone e, dopo aver superato le sue prove, riuscii a lavorare in quella bottega per apprendere l’arte del carretto siciliano. Successivamente entrambi aprimmo ciascuno la propria bottega fino al giorno in cui decidemmo di metterci in società e unimmo le botteghe.»

Come vimini dei cesti, le storie di Biagio e Damiano si incrociano, si incontrano per creare un mestiere unico, raro e completo. Un compito delicato che tocca con mani felpate un passato ricco di spunti ed esempi; l’unico elemento da cui afferrare la tradizionalità davanti alla quale occorre inchinarsi: «Non è un mestiere che si può improvvisare. Il carretto è un delicato equilibrio di mille elementi, un equilibrio che generazioni di maestranze sono riusciti ad affinare. […] non è un supporto su cui ci si può sbizzarrire, bisogna essere professionisti, conoscere dove mettere le mani, sapere come custodire intatta la memoria dell’arte siciliana.»

Un carretto celebra, racconta. Miti, storie e leggende d’amore, di battaglia e di patria. Racconti che parlano seppur muti, che prendono vita grazie alla dovizia dei particolari esaltati dal colore puro; un colore vivo che fa respirare le storie, che celebra la Sicilia, che sposa insieme il rosso e l’azzurro: «Il carretto è un cantastorie su due ruote e tocca moltissimi campi.»
Trovate Cinabro Carrettieri sul web, su Facebook, su Instagram ma sempre nel loro laboratorio di Via Orfanotrofio 22 a Ragusa Ibla.
Grazie a Biagio e Damiano per essersi raccontati.

