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coffa, moda e tradizione|vistamare

Tempo di lettura: 4 Minuti

la ricchizza di li ‘ntrizzi, li manu, la terra: la testa confusa di li passanti. 


Mi piace pensare alla realizzazione a mano di un qualcosa come un momento intimo e passionale: fatto di dedizione, alienazione e foga della mente. Mai quanto nessun’altra cosa, questa impressione divampa se penso a mani che intrecciano paglia e vimini, da cui le ceste e le coffe.


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coffa s.f. sporta di foglie intrecciate di palma selvatica o cerfuglione”, prestito dall’arabo quffa o “gabbia di stramba intrecciata nella quale si mettono le olive infrante e le vinacce per stringerle nel torchio” nonché, in aree più ridotte “sorta di stuoia da seccare fichi; nassa per prendere il pesce“.
Se consultiamo il dizionario etimologico siciliano di Alberto Varvaro, alla ricerca del termine coffa, troviamo questa definizione puntuale che esplica il ruolo bucolico e semplice di questo oggetto.
Negli ultimi anni, la tradizionalità, prepotentemente forte della nostra cultura, ha fatto emergere la coffa tra gli oggetti fashion più ambiti. Grazie a Dolce&Gabbana, infatti, i più datati hanno visto questo oggetto, usato nei campi, trasformarsi in borsa, accessorio di stile per il tempo libero e i più giovani sono impazziti per averne una.
La tradizionalità e la cultura e la storia vengono amabilmente spiegate ed estrinsecate solo con un quid pluris: quello della passione e della creatività, una creatività senza confini “spirituali” ma fisici e regionali, confini come quelli in cui Maria Elena Falsone ha generato le sue coffe.
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vistamare di giallolimoni oggi si dedica a questo oggetto di stile, intriso di bellezza e storia: la coffa siciliana di Maria Elena Falsone che, intervistata piacevolmente da giallolimoni, ci ha spiegato il perché del suo motto #nonchiamatelaborsadipaglia.


3Maria Elena racchiude in sé, infatti, il messaggio che vistamare cerca di trasmettere, l’idea che ognuno di noi possiede un lato creativo che va curato, amato e “risvegliato” laddove sia sopito.
Il suo spirito creativo, a quanto pare, c’era e sgomitava prepotentemente al punto che è bastato un nonnulla per far sì che venisse magnificamente fuori.
Sin dall’adolescenza, Maria Elena decorava e addobbava magliette bianche: l’ingresso delle coffe nel panorama fashion ha fatto canalizzare il suo estro.
«Due anni fa, acquistai due coffe grezze, con l’intento di “addobbarle” secondo il mio personale gusto. Da quel momento ad oggi, molte mie amiche e non mi hanno chiesto di realizzarle e personalizzarle per ognuna di loro
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Tutto diventa quindi più appagante, gli stimoli e la voglia di creare si fanno più forti e il tutto si incastra perfettamente con la passione di Maria Elena per i mercatini: visitarli assumeva un valore aggiunto, quello di cercare decori, passamanerie particolari, rare a alcune addirittura e purtroppo fuori produzione.
Le coffe di Maria Elena, dunque, si impreziosiscono sempre più e, ancora una volta, la culla che rende tutto più naturale è la Sicilia. La nostra terra, la terra di questo prezioso oggetto, un dono che regala spunti sempre nuovi:
«L’ispirazione nasceva nel momento in cui, ammirando le scene dipinte sui carretti siciliani, rimanevo colpita da un’immagine tratta dalla Cavalleria Rusticana; decisi allora di riprodurla su una coffa, arricchendola con lane, specchietti e teste di leone, oltre all’immancabile cianciana.»
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Ogni creazione racchiude in sè l’impegno, la cura e l’amore che Maria Elena vi riserva; questo è ciò che rende vivo il motto che tanto porta avanti #nonchiamatelaborsadipaglia: è molto più di una borsa di paglia.
Nasce, cresce nella sua mente, si abbellisce, unica ogni volta, e passa al critico vaglio della stessa Maria Elena che, a lavoro finito, si concentra a guardare la sua creazione e soltanto quando ritiene che nessun altro aggiustamento debba essere fatto, la considera davvero pronta. 
I tempi di realizzazione variano a seconda di materiali e dei decori: oltre a passamanerie, specchietti, velluti e stampe, le coffe di Maria Elena possono essere personalizzate con dipinti, tele su paglia: dai pupi, alle ruote alle teste di moro.
E’ un lavoro certosino, attento e vivo, un lavoro che spesso nasce, come racconta Maria Elena, nel cuore della notte. Le creazioni sono figlie, sono pezzi di anima, hanno, a loro volta, un’anima che incontra dolcemente quella di chi deciderà di indossarla. 
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Trovate Coffa, moda e tradizione su Instagram : @coffa_moda_e_tradizione
https://www.instagram.com/coffa_moda_e_tradizione/?hl=it


Grazie a Maria Elena Falsone per la dolcezza e la gentilezza nel rispondere all’intervista di giallolimoni.

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