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Il mare


Lo aveva travolto come gli spruzzi e la schiuma di un’onda morbida e avvolgente. Era stata capace di risvegliare un io profondo e assopito.

Ma quei sogni non avrebbero potuto trovare terra.

 
Pepi era radicato nel suo mondo, una cattedrale di certezze e solidi affetti inespugnabile. Il loro “scontro” aveva esploso il possibile, aveva aperto uno squarcio su un’ altra storia tutta da scrivere, profonda, avvincente, vera. Il cambiamento è un cancello che si apre dall’interno e scatena una corsa che si deve correre da soli. Era una splendida domenica. Una mattina fresca e un mare nudo in attesa dei loro corpi. Si tuffarono in acqua, per buttarsi alle spalle il resto del presente. Ile lo guardò: aveva negli occhi tutto il desiderio di essere nella sua scelta. Nuotarono fino alla boa che avevano raggiunto il giorno che Pepi era guarito. Insieme avevano vinto la scommessa!

Ci sono affinità destinali ed esperienze che ancorano le anime più di qualsiasi fatto contingente.

S.P.

L’ISOLA LACHEA

icarus1566 https://flic.kr/p/oH718E

Salsedine, blu, onde che si infrangono sugli scogli. Il terzo appuntamento di Cartoline d’altrove mi ha fatto chiudere gli occhi e mi ha fatto pensare al mare blu del golfo di Catania, il golfo su cui si affaccia la maggiore delle isole dell’arcipelago dei Ciclopi: l’Isola Lachea.

Cutgana Unict

Per godere della sua vista e raggiungerla, dobbiamo recarci ad Aci trezza, località marittima tra Catania e Acireale, teatro privilegiato delle opere Verghiane.

Omero, Odissea

Così il Ciclope io motteggiai: Ciclope,
Color, che nel tuo cavo antro, le grandi
Forze abusando, divorasti, amici
Non eran dunque d’un mortal da nulla,
E il mal te pur coglier dovea. Malvagio!

Che la carne cenar nelle tue case
Non temevi degli ospiti. Vendetta
Però Giove ne prese, e gli altri Numi.

A queste voci Polifemo in rabbia
Montò più alta, e con istrana possa
Scagliò d’un monte la divelta cima,
Che davanti alla prua caddemi: al tonfo
L’acqua levossi, ed innondò la nave,
Che alla terra crudel, dai rifluenti
Flutti portata, quasi a romper venne.

Ma io, dato di piglio a un lungo palo,
Ne la staccai, pontando; ed i compagni
D’incurvarsi sul remo, e in salvo addursi,
Più de’ cenni pregai, che della voce.
E quelli tutte ad inarcar le terga.
Scorso di mar due volte tanto, i detti
A Polifemo io rivolgea di nuovo,635
Benchè gli amici con parole blande
D’ambo i lati tenessermi: Infelice!
Perchè la fera irritar vuoi più ancora?
Così poc’anzi a saettar si mise,
Che tre dita mancò, che risospinto
Non percotesse al continente il legno.
Fa, che gridare, o favellar ci senta,
E volerà per l’aere un’altra rupe,

Che le nostre cervella, e in un la nave
Sfracellerà: tanto colui dardeggia.645
L’alto mio cor non si piegava. Quindi,
Ciclope, io dissi con lo sdegno in petto,
Se della notte, in che or tu giaci, alcuno
Ti chiederà, gli narrerai, che Ulisse
D’Itaca abitator, figlio a Laerte,
Struggitor di cittadi, il dì ti tolse.

Egli allora, ululando, Ohimè! rispose,
Da’ prischi vaticinj eccomi côlto.
Indovino era qui, prode uomo e illustre,
Telemo, figliuol d’Eurimo, che avea
Dell’arte il pregio, ed ai Ciclopi in mezzo
Profetando invecchiava. Ei queste cose
Mi presagì: mi presagì, che il caro
Lume dell’occhio spegneriami Ulisse.
Se non ch’io sempre uom gigantesco, e bello,
E di forze invincibili dotato,
Rimirar m’aspettava; ed ecco in vece
La pupilla smorzarmi un piccoletto

Greco, ed imbelle, che col vin mi vinse.

Canto IX, v. 614-664

Isola Lachea è un’isola di formazione subvulcanica anche se leggenda vuole che la causa della formazione dell’arcipelago sia da ricercare nel mitico episodio di Polifemo che, irato con Ulisse, scagliò contro quest’ultimo delle rocce che diedero vita all’arcipelago che prese proprio il nome della divinità con un solo occhio.

Immersa in un mare blu inteso e cristallino, l’Isola presenta una flora e una fauna sommerse molte particolari, con specie autoctone e protette, proprio come la lucertola sicula ciclopica.

Sulla sommità dell’Isola si può godere di una meravigliosa vista ma non solo.

È possibile visitare il Museo della Stazione Studi del Mare dell’Isola Lachea , una cisterna e la Grotta del Monaco, oramai rudere che si affaccia sul Golfo in cui studiosi affermano esservi abitato un eremita tra il 974 e il 1044.

L’Isola è piccola e immensamente bella. Luogo ideale per chi voglia praticare snorkeling; piacevole e suggestivo (con qualche euro in più) anche il giro sulla barca attorno l’Isola per fare un tuffo… dove l’acqua è più blu!

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