Il soggetto rappresentato in questo quadro sono io. Questo quadro è stato il regalo di Natale del 2016 del mio amico Ivan. Quando lo vidi rimasi profondamente sorpresa. Io avevo trasmesso qualcosa e lui l’aveva interpretato così. Le sue parole avevano un senso: «Cerco di cogliere ciò che l’occhio e la mente sfuggente del semplice osservatore non riuscirebbe a cogliere, un tuffo nei vicoli più reconditi e più nascosti dell’essenza umana».
Oggi vi presento il mio amico pittore.
Quando lo conobbi pensai subito che sarebbe stato bello parlare con lui. In effetti, conoscerlo ed essergli amica, ha confermato questa mia prima impressione.
Ivan è un artista, oltre che un amico, una persona profonda e riflessiva che realizza delle meravigliose e pensate opere d’arte.
I suoi quadri hanno una storia da raccontare: un trascorso,un pensiero, un’impressione. Tutto questo merita di essere conosciuto e spiegato.
All’inizio, avevo pensato di far raccontare di lui a giallolimoni tramite vistamare; del resto, Ivan è un pittore. Poi ho però pensato che c’era come una forza che “strabordava”.
Lo spazio di vistamare non era sufficiente e, devo dire, che questa impressione si è rivelata una verità.
Prima ancora che lo intervistassi infatti, ho avvertito una profonda energia da canalizzare. La prima domanda che gli ho posto è stata: «Come nasce Ivan artista? Qual è il rapporto tra Ivan artista (che crea) e Ivan amante dell’arte (come osservatore) ?» e non oso rimaneggiare le sue parole, che riporto:
«l’estetica e l’introspezione sono stati compagni di avventura fin da piccolo.Manifestazioni visibili agli occhi dei grandi,ero una creatura ancora non contaminata,un tramite con un’energia più grande di tutti noi. Devo aver vissuto questa prima fase abbastanza serenamente, perchè tutti quegli anni è come se fossero stati compressi nello spazio temporale di un solo secondo. Sentivo quell’energia che scorreva, gli occhi increduli osservavano mani che tenevano una matita o un gessetto rivolti verso una qualsiasi superficie, le prime tele inconsce,le prime proporzioni perfette,come venere sorta dalle acque,stava iniziando ad espandersi la bellezza dentro il mio io più profondo.Creazione ed osservazione, e viceversa, rappresentano un binomio,l’uno non può esistere senza l’altro. Come in una qualsiasi esperienza artistica, una conoscenza base maturata nel tempo diventa il perfetto foglio bianco su cui far emergere pensieri scomposti,frammenti di immagini,come un grande puzzle appena uscito dalla scatola,non so se rendo l’idea.»
Credo che tutti voi che leggete, avete perfettamente avuto una chiarissima idea di del rapporto tra Ivan e l’arte. Non ho mai conosciuto, fino a lui, nessuno che mi parlasse di arte così. Balza subito alla mente il pensiero che queste sue parole profonde potessero trovarsi, in forme diverse, nella mente dei più noti artisti.
Gli studiosi ne hanno dato del tempo delle interpretazioni grazie ai dipinti, alle storie, alle leggende e ai reperti. Io ho avuto la possibilità di far raccontare un artista che crea nel presente. La premessa non è dunque quella dei libri di storia dell’arte ma è un racconto.
Come tutte le premesse, quella di Ivan ci fa addentrare nei meandri delle sue tele. Per capire di più cosa comunicano queste immagini.
Storie, volti, introspezioni ma soprattutto anime e stati d’animo sono le cose che, inavvertitamente, si percepiscono quando si incrocia lo sguardo con un suo quadro.
Si percepisce appieno la «devastante pulsione interiore» la stessa, che porta Ivan a realizzare un un’immagine in divenire, che esce da una nebulosa, priva di staticità e che prende forma grazie agli acrilici, ai pennelli ed agli accostamenti cromatici, non pensati, ma direttamente realizzati.
«La puntualità nell’arte non è mai stata il mio forte. Una volta ultimata una creazione essa si trasforma in una finestra temporale. Prima di spezzarne il cordone che ci lega,rimaniamo profondamente connessi l’un l’altro. La tela ti osserva,ti parla,abile seduttrice,ma il più delle volte è come un bambino viziato che vuole sempre di più.
Da piccolo ammiravo mamma nella lavorazione e nella decorazione di ceramiche e lavori di artigianato che mi hanno portato ad avvicinarmi con sempre maggiore passione al mondo delle arti visive. Dopo le scuole medie frequentai l’Istituto d’Arte A.Gagini di Siracusa con indirizzo in Beni Culturali. Ma fu dopo il diploma e il successivo trasferimento a Firenze che ebbi modo di applicare con più passione e fermezza questo fermento creativo. Grazie al lavoro presso vari musei del capoluogo toscano ebbi modo di poter osservare da vicino opere d’arte che da sempre avevo studiato; affreschi e statue che analizzai con tenace passione, così come i paesaggi nei dintorni della città.
Da autodidatta, approfondii il corretto utilizzo delle proporzioni e il disegno dal vero.
Nel 2006 tornai in Sicilia per lavorare all’interno di una cooperativa sociale. Questo evento fu per me di fondamentale importanza, infatti, il lavoro a contatto con persone affette da particolari problematiche di salute, sia fisica che mentale, la conoscenza della sofferenza umana nelle sue varie sfaccettature, mi ha portato ad interessarmi sempre più nella ricerca della psiche umana e dei meccanismi che la governano.
Le patologie, i racconti di forte disagio interiore dei miei assistiti uniti anche a vicissitudini personali che hanno spesso tormentato fortemente il mio “io” e la comprensione della mia stessa natura, mi hanno portato a dare sempre più spazio allo studio dell’interiorità umana. Nelle mie opere intraprendo un percorso che dal corpo umano trascende verso l’anima, sulle tele,essa, la troviamo spaccata in mille pezzi e studiata quasi “morbosamente” nelle sue mille maschere e nelle sue più profonde lacerazioni.
Cerco di cogliere ciò che l’occhio e la mente sfuggente del semplice osservatore non riuscirebbe a cogliere, un tuffo nei vicoli più reconditi e più nascosti dell’essenza umana.»
Un seme piantato in Sicilia che dai suoi quattro elementi, aria, fuoco, acqua e terra trae continua linfa vitale che dà vita a queste immagini «ogni persona raffigurata diventa l’Etna,Teatro Greco,diventa granita alla mandorla,diventa infiorata o mare in tempesta che modella lentamente la pietra lavica, un luogo,un monumento,un richiamo unico nel mondo a questo luogo unico».
Ivan è l’esempio di chi ha tratto sostanza dalla vita. Quella sostanza che va aldilà della materialità, che non intrappola, che è in grado di interpretare i segni, i sogni.
Quella ricchezza dell’equilibrio tra l’uomo e la natura, quel bisogno ancestrale di creatività mescolata all’io.
Ognuno a suo modo possiede dentro di sé un varco con un mondo interiore e se pensiamo a quanti uomini esistono in questo mondo e a quanti ne verranno anche i meno curiosi si volterebbero per capire cosa si nasconde.
E con questo meraviglioso esempio, vi esorto tutti, ma esorto anche me stessa, a riflettere su quanto possa essere appaganti l’essere completamente se stessi.
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