Metti uno chef a cena
Vi racconto la nostra home dinner con Antonio Colasanto di Masterchef 10!
Prima ancora di pensare al contenuto di questo racconto, ho pensato al suo titolo: metti uno chef a cena, che mi fa pensare a una chiacchierata tra persone in cui si ipotizzano cose o eventi.
Non è stato propriamente così, ma quasi. Durante una serata con amici, abbiamo partecipato ad un contest su Instagram; il premio sarebbe stata una cena, a casa mia, con lo chef Antonio Colasanto, finalista di Masterchef 10.
E proprio mentre tornavo a casa da lavoro, un pomeriggio di qualche settimana seguente mi sono amata per stare sempre sul pezzo ed accorgermi di una richiesta di messaggio su Instagram.
I miei contatti increduli hanno visualizzato che stavo trasmettendo in diretta con Antonio e Irene Volpe e…. Ta-da: avevo vinto io (scatenando l’invidia bonaria di molti amici, seguaci come noi di Masterchef)!
A detta di Antonio, che ha messo le sue virtù culinarie generosamente a servizio di un contest sui social, ero la predestinata e così, dopo un po’ di chiacchiere conoscitive, a maggio è arrivato il tanto aspettato momento di averlo a casa a cucinare.
Inutile dire che avevo già sfoderato il mio grembiule personalizzato e brandizzato Mastechef (regalatomi da Fra che, si, conosce “i suoi polli”)…
Vi confido che è la prima volta che conoscevo, così da vicino, un “personaggio della televisione” e, in tutta onestà, non sapevo bene cosa aspettarmi (anche perché Fra era super ansiato per tutte le domande da porgli su come fare quella o quell’altra cosa).
Ho immaginato possibili scenari: e se avesse passato l’intera serata attaccato a fare stories su Instagram, rendendo ostica qualsiasi interazione sociale? o se si fosse rivelato “distante” e… sulle sue?
Vabbè, aldilà dalle mie elucubrazioni mentali, le ore 19.00 sono arrivate in quella domenica pomeriggio insieme ad Antonio (che ha – assurdamente – trovato posto nell’affollatissimo parcheggio sotto casa mia) quindi, mi sono detta, che non c’era nulla da fare, era proprio predestinato.
La congiuntura astrale si è allineata perfettamente una volta insieme: con Antonio ci siamo sentiti subito a nostro agio – forse lui meno visto che abbiamo deciso di offrire, proprio a lui, una bevanda – non velenosa eh – ma comunque preparata da noi…
Scherzi a parte, ci siamo sentiti subito “tra amici” e, una volta indossata la sua camicia da chef, nonostante l’estrema professionalità e una pulizia MAI VISTA ai fornelli, il clima è stato altrettanto piacevole e disteso.
La cosa che ci ha subito colpiti è stata la spontaneità e la naturalezza con cui la serata si è svolta nonostante l’attenzione maniacale dedicata da Antonio alla preparazione dei piatti.
Tra un racconto e un altro, abbiamo assistito alla preparazione del suo menù, al suo impiattamento e alla spiegazione di ogni singolo piatto, oltre che dei vini che ha sapientemente deciso di abbinarvi.
Adesso eccovi i piatti, tanto lo so che li aspettate anche se avete visto le mie stories…
ANTIPASTO – CANNOLO DI TROTA IRIDEA DELLA TASMANIA RIPIENA DI MOUSSE DI FAVE CON MISTICANZA E CAVIALE, FAVE FRESCHE, FIORI DI BORRAGINE ED ESSENZA DI BERGAMOTTO E CREMA AL LATTE DI COCCO E OLIO DI ANETO
L’antipasto, a primo acchito, era bellissimo. Quei colori vivaci uniti tra loro avevano tutta l’aria di una pennellata di acrilico sulla tela. Fresco e delicato, aveva un sapore pieno che sapeva di una camminata in estate, all’imbrunire, lungo un fiume
PRIMO – LINGUINE CON BURRO, LIMONE E GAMBERO ROSSO E UNA POLVERE LIOFILIZZATA DI TESTE DI GAMBERO ROSSO
Pochi ingredienti di qualità, come ha giustamente detto Antonio, per una pasta che non dimenticheremo. Un omaggio alla Sicilia servito su un piatto d’oro. Tutto il gusto del mare migliore e una frescura sgrassante che al palato arrivava come un’onda.
SECONDO – DIAFRAMMA DI FASSONA PIEMONTESE CON MAIONESE ALL’OLIO D’OLIVA E PAPRIKA E PORRI ALLA SALSA TERIYAKI.
Superata la sorpresa per un taglio di carne mai provato è arrivata quella del gusto esplosivo del mix in bocca. La carne, sofficissima e dolce, incrociava in modo matematicamente perfetto i porri e il viaggio della maionese che, dopo un sentore iniziale di olio di oliva purissimo, lanciava come coriandoli scoppiettanti tutto l’aroma della paprika.
DOLCE – MOUSSE AL CIOCCOLATO CON COULIS DI LAMPONI, TOUILE ALLA BARBABIETOLA, MERINGA SBRICIOLATA, FIORI DI BORRAGINE E MENTA.
Una cucchiaiata di questa frescura ha placato le avventure papillari vissute prime: semplice, leggera al palato, fresca e meravigliosamente dolce al punto giusto.
Abbiamo gustato la cena in modo unico come, forse, solo così poteva accadere, avendo avuto la piacevole possibilità di avere uno chef in casa, che ha preparato, accolto di cenare insieme a noi, spiegandoci i piatti. La cena è scorsa, tra pietanze, vini e chiacchiere, in modo sereno e piacevole. Si è parlato di cibo, di preparazioni e ingredienti ed è stato bellissimo incontrare la passione smodata di Antonio non sono per quello che fa, ma soprattutto per gli ingredienti.
Dai suoi racconti, è stato evidente quanto fosse forte la voglia di crescere, migliorare e ancor di più conoscere per rispettare alla perfezione l’ingrediente, che dei piatti diventa il vero protagonista, senza che ne vengano vengano snaturate le radici.
Questo preciso obiettivo lo si avvertiva nelle portate, nella dedizione e precisione di Antonio verso le preparazioni e verso gli ingredienti; un obiettivo che abbraccia non solo una concezione personale della cucina ma anche un tema più generale e molto forte legato alla sostenibilità e al rispetto della natura.
L’esperienza vissuta, come ogni esperienza, lascia qualcosa. Questa cena mi ha lasciato un piacevole retrogusto, non solo per la squisitezza dei piatti ma per il viaggio che è stato concesso al palato.
Un modo diverso di vivere il cibo, il pasto. Una consapevolezza nuova, un’occasione di assaggiare qualcosa, un ingrediente, esaltato nel migliore dei modi nella sua naturale perfezione, che appaga la fame e ti da quel qualcosa in più. Ancora una volta, si scoprono mille e uno modi per comunicare in maniera gentile con la natura, per dare peso ai dettagli e alle piccole cose. Chiaro è che, se a farlo è una mano esperta, come in questo caso, l’esperienza sarà decisamente migliore…..