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Il culto del «mascolo» |teste di moro
«Certi voti, assumigghi alla luna, che non vidi l'ura, a sira, di vaddarisi nello specchio del mare. E si forti, comu l'alberi e i so frutti.»
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Lo sportello dell'ignoto marinaio|teste di moro
"E mentre una lama di luna che viene dalla fessura della porta d’ingresso ne abbaglia il volto, gli occhi dell’ignoto marinaio si aprono". Consolo e Antonello da Messina.
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Sicilitudine| teste di moro
In un tempo e in un luogo incerto, come bendato, vengo rapito da un ticchettio di scarpe sul pavimento, scarpe da uomo. Il suo passoè costante, pienoe lentoquasi voglia godersi in pieno la camminata. Il suono delle scarpe sul marmo riecheggia nello spazio: un corridoio largo e fiero, grande e luminoso e imponente. L’uomo sembra non accorgersi di me ma ad un tratto il rumore si spezza. L’uomo si ferma e ruotail suo corpo verso la finestra alla sua sinistra. Il silenzio improvviso è quasi vibrante. Prende dalla tasca una sigaretta. La guarda e l’accende con un fiammifero. Poi, il suono dell’aspiratae del tabacco che brucia, l’odore e la presenza di fumo…
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La leggenda del moro e della fanciulla|teste di moro
Immaginate di trovarvi nella Palermo del XII secolo, nascosti tra i muri della città e le cupole rosse delle moschee. Avreste potuto vedere un gran via vai di gente: normanni dagli occhi azzurri e i capelli biondi, mori dalla pelle bruciata dal sole ed ebrei dalle barbe lunghe. Immaginiamo di muoverci tra gli odori pungenti del cibo di strada e il vociare popoloso della città. Ad un tratto, sporgendoci dall’angolo di un palazzo, ci accorgiamo che su un balcone una bellissima e rigogliosa pianta di basilico cresce…. in una testa umana!